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Europa, al via il Piano Juncker: opere per 315 miliardi

“Dopo quasi un anno di preparativi, è pronto a partire il piano Juncker per gli investimenti in Europa: 315 miliardi previsti per centinaia di progetti in tutti i 28 Paesi da qui a tre anni nei settori più diversi, dalle infrastrutture alle start-up e alle piccole imprese”. È quanto si legge nell’articolo a firma Eugenio Occorsio, pubblicato da Repubblica Affari&Finanza.

Il Piano Juncker, annunciato a novembre 2014, dovrebbe essere operativo nella seconda metà di settembre. Nell’articolo di Repubblica sono delineati i dettagli e gli obiettivi del piano, ma anche le perplessità che ha suscitato. Il Piano Juncker è il progetto ideato dalla Commissione europea per rilanciare la crescita e la competitività dell’UE. Le iniziative, spiega Occorsio, saranno gestite dalla Bei attraverso “una forte cooperazione con le banche di sviluppo nazionali, per l'Italia la Cdp”. Un ruolo chiave è rivestito dall'European fund for strategic investments (Efsi), avviato la scorsa estate, che “identifica il pool di denaro affidato materialmente alla Bei”.

L’importanza del piano per far ripartire l’economia è evidente se si pensa che dall’inizio della crisi finanziaria internazionale gli investimenti (pubblici e privati) sono scesi del 20% in Italia e mediamente del 17% in Europa, con una perdita di investimenti stimata in 550 miliardi fra il 2007 e il 2014. Alla Bei possono essere inviate domande di cofinanziamento in un’ampia serie di settori: infrastrutture, formazione, salute, ricerca e sviluppo e altre iniziative. I progetti verranno vagliati dalla Bei attraverso organi che prevedono una rappresentanza della commissione Ue e degli Stati membri.

Il Piano, prosegue l’articolo, rappresenta un’importante opportunità per l’Italia, in particolare per il Mezzogiorno. “Intenzione della commissione, che già ha destinato oltre 20 dei 30 miliardi di fondi regionali per la programmazione 2014-20 alle quattro regioni d'intervento (Calabria, Campania, Sicilia, Puglia), è quella di promuovere molti più progetti di quelli previsti”. Il piano ha anche suscitato diverse perplessità. “La cifra di 315 miliardi in tre anni è il punto di arrivo, ma il punto di partenza è molto lontano: il fondo di dotazione è infatti di non più di 21 miliardi, 16 dal bilancio Ue e 5 da quello della Banca europea degli investimenti (Bei), che avrà il ruolo operativo di tutta l'operazione”.

I 16 miliardi della Ue sono impegnati ma verranno erogati su base triennale, per un valore di poco più di 5 miliardi l'anno. Inoltre, prosegue Occorsio, si tratta per la maggior parte di "ritagli" di varie voci di bilancio, compresi i fondi regionali strutturali.

La chiave per il successo del piano è “l'effetto-leva”. “Tutti gli investimenti saranno co-finanziati pubblico-privati e per una lunga lista di progetti che altrimenti non sarebbero potuti partire per carenza di finanziamenti privati si confida nel fatto che gli imprenditori siano incoraggiati dall'essere in compartecipazione con la Bei”.